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GINOSA, IL CASTELLO DEI FEUDALI

Giovanni Zicari è andato via, ma una cosa è certa, rimarrà per sempre tra i nostri ricordi per aver donato alla comunità ginosina racconti della nostra tradizione e della storia di Ginosa e Marina di Ginosa.

Grazie Giovanni!

“Dai suoi racconti é facile capire il periodo in cui e’ nato Giovanni che io definisco la memoria storica del nostro paese, non solo per quello che scrive con tanta chiarezza e minuziosità della nostra Ginosa ma anche per la sua innegabile capacita di farci rivivere i suoi racconti attraverso descrizioni che solo chi li ha vissuti può descrivere in modo così dettagliato e ricco di particolari al punto da accendere la curiosità e la voglia di sapere di molti nati in periodi più recenti.” Il pensiero di un suo lettore – Gino Colucci 


Storia raccontata, non scritta.

Il Castello Normanno che sovrasta l’antica Ginosa, all’epoca non era visto di buon grado: era (ed è) cupo, tetro e sinistro, le sue mura interne grondano di torture, lamenti, pianti e morte Il sottosuolo del Castello comprende antri e caverne e al di sotto ancora erano state scavate tre profonde fosse coniche, larghe al fondo e più strette in alto, a mo’ di imbuto capovolto. Con il passare degli anni, furono adibite a cisterne per la raccolta di acqua piovana, qualcuna fu usata per deposito di neve “la nevera”. Prima di queste modifiche però, erano delle orride carceri scavate nella pietra tufacea, con una grata di ferro alla sommità in un’apertura circolare con un diametro di circa trenta centimetri, per far passare un filo d’aria. In una di quelle celle fu incarcerato anche San Giovanni da Matera dal signorotto di turno nella Ginosa di quei tempi, un certo Roberto di Chiaromonte: esoso e cattivo, aveva il popolo in un pugno era padrone di tutto, soprattutto della ius primae noctis (“diritto della prima notte”).


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San Giovanni da Matera, uomo In cerca di Dio, era amato dal popolo, e tutti lo adoravano, al suo passaggio gli offrivano derrate alimentari, parte poi, le offriva ai piu poveri di lui, alla sera il popolo, si radunavano in preghiera tutti intorno a lui. Il despota però, non vedeva di buon occhio tutta questa “venerazione”, ne era invidioso, geloso, fino al punto che lo fece imprigionare nelle profonde segrete. Si incomincio, a sentire un bisbigliare di condanna a morte. il popolo con lauti compensi ai carcerieri, riuscirono a farlo scappare. La leggenda narra che, quando San Pietro Apostolo, dalla terra Santa viaggiava verso Roma, percorrendo l’antica via Appia, fece sosta a Ginosa. Ginosa era ed è collegata alla via Appia con l’antica via Orti, poi via Matera. Il popolo ginosino a ricordo di questo storico evento, eresse una cappella a ricordo, a cui fu dato il nome di “Cappella dello Spirito Santo”, accanto alla quale, San Giovanni da Matera alla sera era uso raccogliersi in preghiera insieme al popolo e a Guglielmo da Vercelli, fermatosi a Ginosa, in procinto di andare in Terra Santa.

Autore: Giovanni Zicari

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