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La festa di Sant’Antonio dal 1928 a Marina di Ginosa

Foto prof.ssa Anna Maria Cossu

Sant’Antonio di Padova (1195-1231) nell’iconografia ufficiale e solito essere raffigurato insieme con il Bambino Gesù, perché, secondo un’antica tradizione popolare, egli lo avrebbe tenuto spesso tra le sue braccia.
Proprio questa figurazione plastica Sant’Antonio nel 1928 ha fatto il suo ingresso a Marina di Ginosa nella prima “chiesetta” ricavata in un capannone di legno dell’Opera Nazionale Combattenti, che ha curato il primo intervento di bonifica.

La statua era un gruppo policromo raffigurante Sant’Antonio in ginocchio, proteso verso un riccioluto Bambino Gesù su una nuvola ornata di angeli. Realizzata in cartapesta nel 1926 dal maestro salentino Carmelo Buono, l’opera fu acquistata due anni dopo da una commissione di notabili marinesi tra cui il cav. Cosimo Lepore, promotore dell’iniziativa, don Emilio Tucci, primo capostazione della Borgata è l’ing. Caio Savoia dell’O.N.C.
Durante gli anni trenta i festeggiamenti in onore del Santo furono a carattere religioso: la “tredicina”di preparazione, la messa solenne celebrata da don Rocco Lombardi e da altri sacerdoti occasionali, la benedizione dei pani come auspicio di benessere e protezione dalle calamità naturali.

Foto prof.ssa Anna Maria Cossu

Il culmine della festa era la processione: la statua portata a spalla per i sentieri dell’allora Borgo nascente era seguita con devozione dei pochi abitanti della marina e da tanti bambini vestiti con l’abito della prima comunione e con il saio francescano, in segno di grazia ricevuta.

Anno 2002 – l’antica immagine restaurata torna a percorrere le vie cittadine. Foto di Antonello Lovecchio

Uniche note di festa i canti, le preghiere dei fedeli e per qualche anno anche il palo della cuccagna, allestito nei pressi del tabacchificio.
La prima “vera festa” con una fanfara e qualche luminaria in chiesa, tutto si svolse in piena guerra mondiale, nel 1940 sotto il patrocinio del cav. Lepore.
Nel 1946 la statua fu trasferita in un magazzino dell’ex tabacchificio, adibito a Casa del Signore fino al 1951, anno in cui fu portata ricavato in un capannone cucina dell’ex Batteria Toscano.

Il culto antoniano crebbe nel tempo per radicarsi nella giovane comunità marinese negli anni ’50, grazie all’impegno del primo parroco don Gennaro Inglese e all’arrivo di numerosi leccesi, esperti nella tabacchicoltura e tradizionalmente devoti al Santo di Padova.
In quegli anni, con il completamento della bonifica da parte dell’Ente Riforma ed il conseguente incremento demografico della frazione si costituì una commissione formata dai sig. Zaccaria Punzi Raffaele Russo e Francesco Cristella, che diede un tono più elevato ai festeggiamenti per Sant’Antonio, dall’ollora acclamato “Patrono” a furor di popolo.
Ai tradizionali riti religiosi si aggiunsero una sobria illuminazione in viale Ionio – Viale Trieste la cassa armonica con l’orchestra, le bancarelle di dolciumi, qualche giostrina e fuochi d’artificio realizzati artigianalmente da un marinese: il sig. Giuseppe Maiorano.

Foto prof.ssa Anna Maria Cossu

Fino alla metà degli anni ’50 la festa si effettuava puntualmente il 13 giugno poi a seguito dell’incremento turistico, slittò a luglio/agosto con una processione unica: l’Immacolata Concezione – titolare della parrocchia – e Sant’Antonio.
Nel 1957 la statua fu sistemata nell’attuale chiesa parrocchiale, per essere abbandonata 10 anni dopo nella chiesetta di campagna dell’Azienda Dell’Osso.
Così nel 1967 il sig. Baldassarre Dragone provvede all’acquisto dell’attuale statua in legno, che raffigura Sant’Antonio con Gesù Bambino in braccio, al prezzo di £ 238.000 e con il contributo di £ 20.000 da parte della Parrocchia.
Da allora fino agli anni ’80 i festeggiamenti si sono svolti in modo discontinuo per l’avvicendarsi di vari comitati.

Foto prof.ssa Anna Maria Cossu

Sospesa nel 1987, la tradizione è stata ripristinata nel 1994 dall’associazione Magna Grecia e organizzata interrottamente dal 1996 fino al 2008 dall’apposito comitato Feste Patronali, sotto la presidenza del sig. Domenico Giove e del sig. Domenico Limitone.
Sono questi gli anni in cui la festa patronale di Sant’Antonio si impone come evento estivo della durata di tre giorni, con processione del quadro, cavalcata con la statua e serata musicale.
Ormai i festeggiamenti sono diventati fastosi per l’introduzione della cavalcata, del carro trionfale, di luminarie strabilianti e per lo spettacolo pirotecnico sulla spiaggia.
Sul piano religioso due eventi sono particolarmente rilevanti: l’arrivo delle reliquie del Santo nel 2000 e di restauro del vecchio simulacro policromo nel 2002.
Dal 2009 ad oggi la festa, organizzata da un nuovo comitato presieduto dal parroco don Renzo di Fonzo, ritornata al 13 giugno e privilegia l’aspetto sacro delle sue origini.

Prof.ssa Anna Maria Cossu

Altre foto di archivio:

Anno 2003 – Il comitato in Cassarmonica col Sacro Quadro.
Foto di Nicola Galante
Il Parroco don Gennaro Inglese con S.E.R. Mons. Pietro Maria Fragnelli, da poco Vescovo di Castellaneta.
Foto Nicola Galante

 

Anno 2000 Processione del quadro – Foto Scarciofalo
Anno 2000 – il nuovo Carro Trionfale – Foto Scarciofalo
Rientro in Chiesa 1999 – Foto Scarciofalo
Cavalcata 1998 – Foto Scarciofalo
Processione 1997 – Foto Scarciofalo
Processione per le vie del paese. Foto di Antonello Lovecchio
Anno 2016 – Foto Antonello Lovecchio
1985 – Archivio Privato Famiglia Punzi Tommaso

 


 

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